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Lettura Collettiva: La Freccia Nera (2)

Abbiamo lasciato Dick e John-Johanna, i due fulmini della Guerra delle Due Rose, in compagnia di sir Daniel che stava sfuggendo alla disfatta in battaglia celato nei panni di un lebbroso, con cappuccio e campanella, giusto per dare prova di coraggio, coerenza e no, l’amor proprio l’abbia gettato alle ortiche.

I nostri due geni vengono “accompagnati” al castello dove si contano i feriti della battaglia e si trema al pensiero degli arcieri della Freccia Nera, che sarà banditi o quello che vuoi ma fino ad ora la mira han dimostrato di averla buona.
E mentre Dick inizia a ciaccolare, John viene preso/a e chiuso/a da qualche parte, senza che al tizio che dieci pagine prima giurava sull’onore di chiunque di proteggerlo e aiutarlo a scappare freghi qualcosa.
Dick, un nome una certezza.
Dopo aver spedito un uomo alla ricerca di rinforzi, saltando nuovamente il fosso della coerenza e della fedeltà, sir Daniel affronta Dick per le insinuazioni di aver preso parte all’omicidio del vecchio Shelton. E secondo voi, a uno che non fa altro che dire una roba e fare l’altra, che ci han presentato come la progenie di Satana, frega qualcosa di spergiurare il falso su una pila di bibbie? Ma suvvia, dai!
Non pago che raccontare balle a più non posso, sir Daniel obbliga pure sir Oliver a spergiurare, nonostante questo sia credibile come una banconota da tre euro, balbetti frasi senza molto senso e diciamocelo probabilmente se la stia facendo addosso.

Bello, no? Sta gente s’ammazza come scarafaggi ma a giurare il falso se la fa nei calzoni, questi sì che sono uomini!! 

Quindi ora viene il bello: per paura che un barlume di intelligenza s’accenda nella landa desolata del cervello di Dick o che, più probabile, a furia di chiedere a chiunque e un po’ a cazzo di cane, l’idiota trovi qualcuno che abbia convenienza a parlare e a dire finalmente che diamine è successo a Shelton Senior, sir Daniel chiude Dick nella stanza sopra alla cappella (da tutti conosciuta come la stanza da cui non si esce se non orizzontalmente) e ci manda un’assassino ad eliminare il nostro.

Aprirei ora una parentesi sulla tenerezza dei soldati del castello: tutti sanno che Dick è destinato ad essere accoppato nella camera, ma gli raccontano una storiella di fantasmi per giustificare la nomea del luogo. I soldati, ricordiamocelo, che fino ad un momento prima ridevano e scherzavano con il nostro cretino eroe.

E chi ci ricompare? Ma la cara Johanna, che con tempismo perfetto arriva, utile come sempre, insieme all’assassino.
Per fortuna gli arcieri della Freccia Nera decidono di fare un po’ di casino fuori dalle mura,  e sir Daniel vaga per le stanze chiamando “Johanna!”.

Ma chi sarà mai, sta Johanna che tutti cercano, eh Dick?

<<Per tutti i diavoli!>> gridò <<Tu non sei John, allora! Tu sei Johanna Sedley, sei la ragazza che non ha voluto sposarmi!>>

E BUONGIORNO!

E mi ami? Ma dimmi che mi ami?
Ma vaffanculo, va, cosa sei la pubblicità della SIP? (*)

Dopo questi siparietti, i due riescono ad infilarsi nella botola e ad iniziare a vagare nei passaggi segreti del castello, senza una meta e senza senso dell’orientamento.
Due cretini.
Qualcuno li trova (ma va) ma almeno indica loro una via d’uscita, altrimenti sarebbero morti di stenti nel passaggio segreto, non ho dubbi.
E si ricomincia, buttati te, no io ho paura, ma se mi butto annego, ma se c’è il babau (a casa mia si direbbe ora “e se viene il terremoto” ma non è il momento), insomma, sir Daniel fa la sua comparsa e ciao Johanna, Dick si lancia nel fossato e ti-amo-ti adoro-però-mi-salvo.

E salta nelle braccia dei briganti, che ahi noi non lo mangiano…

Alla prossima…

Puntata precedente, qui

(*) Sono veeeeeeccccchia, lo so!

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Lettura Collettiva: La Freccia Nera

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513dxnax6rl-_sx295_bo1204203200_Durante la Guerra delle Due Rose, York e Lancaster e sostenitori vari se le danno di santa ragione per il trono inglese e per il potere; insieme a loro allegri voltagabbana di signorotti che provano a trarre vantaggio dalle varie battaglie e il popolo soffre e muore di fame.
In preda alla disperazione, gli oppressi si danno alla macchia, fuggendo nei boschi, uniti sotto il simbolo della freccia nera.

Nel primo appuntamento incontriamo il giovane Dick Shelton, un cavaliere ancora minorenne sotto tutela di sir Daniel Brackey.
Dick vive e combatte per il proprio tutore anche se praticamente tutti intorno a lui gli dicono che è un delinquente, un uomo della peggior risma e pure un assassino; ma glielo dicono tanto velatamente che forse gli ha ammazzato il padre, che Dick non ci crede, perché diavolo, l’ha preso in casa, l’ha allevato e lui è tanto sicuro del caro sir Daniel
E pure del Cavalier-prete, sir Oliver, che di sir Daniel è la mano addentra nella legge.
La battaglia, però, incalza e la guarnigione parte (guarnigione… quattro gatti e un cane, meglio dire…) e Dick si riunisce al gruppo, incontrando per la prima volta John.
Dick, da genio qual è, non si rende conto di essere al cospetto di una ragazza e appena la compagnia parte per la battaglia, s’incammina verso casa.
Ora.
Dick e John si rincontrano e si salvano la vita a vicenda, quindi per la mente del nostro giovane stolto eroe ora sono legati da un tacito patto. Ma essendo entrambi degli stupidotti riescono a malapena a fuggire dai briganti della Freccia Nera per finire in mano a sir Daniel che, sconfitto e senza quasi più uomini, ripiega travestito da appestato per tentare nuovamente di saltare sul carro del vincitore.

La prima parte si conclude con Dick che sale sul palco a ritirare il premio “Figlio dell’anno” per non aver capito un tubo sulle allusioni sulla morte del padre e “Pirla del secolo” per non aver capito che John ha le tette quando tutti si davano di gomito e sghignazzavano mentre lui la chiamava “Master John“.

No, magari. Il Libro I si conclude con l’arrivo al castello, dopo essere stati rimandati in tutte le materie alla scuola dei cavalieri e dei piccoli esploratori.

Dick sei un cretino, ma sei pirla-simpatico in confronto ai personaggi di Carletto-Tristezza Dickens, quindi va bene.

Alla prossima!!

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